Il restauro del Tabernacolo di S. Ambrogio nel rione della Mattonaia in Firenze

È stato presentato  il restauro del Tabernacolo di S. Ambrogio nel rione della Mattonaia all’angolo fra Borgo La Croce e Via De’ Macci. L’intervento è stato realizzato da Filippo Tattini, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, grazie al contributo di Friends of Florence, attraverso il dono di Peter Fogliano e Hal Lester.

Alla presentazione del restauro ha partecipato anche la vicesindaca di Firenze Alessia Bettini. “Noi fiorentini siamo custodi e eredi di un patrimonio culturale immenso e dobbiamo prendercene cura.  – ha commentato – Lo hanno fatto in questo caso tutti assieme i soci di Friends of Florence, il Comitato per il decoro e il Restauro dei tabernacoli, tutta la comunità di sant’Ambrogio che ringrazio. Un lavoro puntuale per ridare vita a un’opera preziosa. Importante che la cittadinanza attiva si traduca in atti a sostegno del nostro patrimonio artistico. Gesti come questo servono a rafforzare senso di inclusione e di comunità e a passare sempre di più dal paradigma dell’io al paradigma del noi”.

Come sottolinea Claudio Paolini, già funzionario di zona che ha seguito i lavori per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, “ questo tabernacolo evidenzia sia valori storici di particolare significato per la comunità del quartiere che vi riconosce un segno tangibile della propria tradizione, sia la sensibilità con cui i Friends of Florence individuano le opere su cui far convergere l’interesse dei propri donatori, nella convinzione che non esistono opere maggiori o minori, ma che tutto necessariamente definisce il patrimonio di un territorio e tutto deve quindi essere conservato e tutelato.”
Infatti è proprio l’insieme delle caratteristiche del tabernacolo, costituito dal significato per il quartiere, dal pregio storico-artistico e dallo stato di conservazione che ha spinto la fondazione a sostenere l’intervento proposto da Filippo Tattini.
Oltre infatti ai restauri delle opere più famose e più conosciute al mondo, Friends of Florence, presta grande attenzione alla conservazione di tutto quel patrimonio culturale della città e della Toscana che costituisce testimonianza di civiltà, racconta la storia di Firenze e della Regione e contribuisce a mantenerne viva l’identità affinché anche le future generazioni possano crescere ispirati dai valori positivi di cui queste opere sono portatrici.

Il progetto per il bellissimo tabernacolo di S. Ambrogio di Giovanni della Robbia è stato presentato da Filippo Tattini nel 2018 alla IV edizione del Premio di Friends of Florence Salone dell’arte e del Restauro di Firenze – Sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence – Un’opera notevole che ha subito entusiasmato Peter Fogliano e Hal Lester grandi benefattori della nostra fondazione. Purtroppo la pandemia ha ritardato l’inaugurazione, ma adesso possiamo godere la maestria dell’artista attraverso lo sguardo di S.Ambrogio su questo angolo storico di Firenze.

Il restauro ha consentito dunque di riportare alla giusta leggibilità il tabernacolo anche nello spirito che Friends of Florence condivide con il Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli.
Il Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli nasce trent’anni orsono all’interno dell’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini. – Sottolinea Marzia Cantini referente per il Comitato –  In questo non breve periodo il Comitato ha promosso il recupero ed il restauro di oltre duecento di questi beni storico-artistici, testimonianza religiosa di forte impronta popolare che pervade il nostro territorio. Nella consapevolezza di portare avanti un esempio di volontariato attento alle tematiche del degrado civico e non solo, continuiamo a lavorare per salvaguardare una bellezza che vogliamo tramandare alle generazioni che verranno.”

L’opera
La terracotta invetriata realizzata intorno al 1525 da Giovanni della Robbia, rappresenta un punto di riferimento per la comunità del quartiere. Posto all’angolo dell’edificio tra via De’ Macci e borgo la Croce esso guarda a Piazza S. Ambrogio e dunque a uno dei fulcri della zona. L’opera è costituita da un’edicola centinata sulla quale si trova la statua di Sant’Ambrogio all’interno di una nicchia, affiancata da lesene con capitelli compositi che sostengono un arco a tutto sesto. Il santo è rappresentato barbato con gli abiti vescovili in atto benedicente, mentre con la mano sinistra regge il libro e un pastorale che oggi è stato sostituito da una semplice asta metallica. Sant’Ambrogio indossa, oltre alla mitra e ai guanti bianchi gemmati, una dalmatica bianca sulla quale spicca una stola incrociata di colore blu, coperta in parte da un piviale verde con bordure dorate, finemente decorato. L’opera fu commissionata dalla Città Rossa del rione di Sant’Ambrogio, una delle Potenze festeggianti della città, espressione del popolo minuto cui era demandata l’organizzazione di feste, spettacoli, armeggiamenti nel rione e che si occupava di sostenere le istituzioni laiche e religiose del quartiere.

Il restauro
Come ha sottolineato Filippo Tattini il restauratore che si è occupato dell’intervento, l’opera versava in un pessimo stato di conservazione dovuto principalmente alla collocazione in esterno del tabernacolo. L’esposizione agli agenti atmosferici ha determinato il deposito di materiali che con il tempo si erano concrezionati, ma ha anche provocato l’ossidazione di alcuni perni metallici interni con conseguenti danni strutturali. L’intervento di restauro risultato quindi necessario non solo per motivi estetici, ma soprattutto per la messa in sicurezza di vari elementi a rischio di caduta. Il primo intervento è quindi consistito nel consolidamento del corpo ceramico e delle malte applicate nel corso di precedenti interventi di restauro, inserite tra i tagli di cottura che tenevano insieme le varie porzioni di terracotta. Le malte ritenute non più funzionali, sono invece state rimosse e sostituite con impasti di nuova formulazione. L’intervento di pulitura e le successive integrazioni materiche e pittoriche hanno restituito piena leggibilità e dignità a un’opera che si pone come simbolo del quartiere fiorentino.

Tutte le immagini sono state realizzate dal restauratore Filippo Tattini

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