Allarme dal mondo del restauro: la lettera di AssoRestauro

E’ passato oltre un mese da questa lettera inviata dal presidente di Assorestauto al Ministreo della Cultura Dario Franceschini. Speriamo di poter avere una risposta nei fatti. Rimaniamo in attesa

Anticipiamo che nel prossimo numero di Kermes, il 123/124 sarà presente una intervista ad Alessandro Bozzetti, Presidente  di Assorestauro.

Ne anticipiamo il contenuto:

Presidente Bozzetti, in quale contesto è nata l’esigenza di una lettera aperta a Franceschini?

Questi ultimi anni hanno visto un’alternanza di preoccupazione. Prima un improvviso fermo delle attività, quando nei primi mesi del 2020 ci siamo scontrati contro l’emergenza Covid, poi un altrettanto improvviso rilancio legato prevalentemente agli incentivi fiscali messi a punto dal governo. Seppur il settore del restauro non si sia mai fermato del tutto, questa situazione ha rafforzato l’esigenza di fare rete attraverso Assorestauro coinvolgendo tutta la filiera (dai grossi produttori di materiali e tecnologie alle imprese di restauro, dai progettisti specializzati sino alle piccole e micro imprese che si occupano di analisi e valorizzazione). L’allarme è oggi essenzialmente legato alla mancanza di concretezza e certezza nella gestione dei crediti maturati nell’ambito degli interventi sostenuti al 90% (bonus facciate) e quelli sostenuti al 110% (super eco e sisma bonus). Le nostre imprese sono al momento impossibilitate a monetizzare gli investimenti fatti per l’avvio e il completamento dei cantieri, anche su operazioni avviate e concluse lo scorso anno.

Quali sono le differenze tra i vari tipi di bonus fiscali?

La nostra filiera è coinvolta sia negli interventi sostenuti al 90% che quelli sostenuti al 110 che purtroppo ha subito modificazioni nel corso della loro applicazione.
Sono strumenti indirizzati alla riqualificazione del patrimonio costruito ed in particolare il bonus facciate, nato su stimolo del ministro Franceschini, è di stimolo al restauro ed alla valorizzazione dei centri storici. L’iniziale mancanza di regole di rendicontazione ha lasciato spazio alla creatività più opportunistica e personalistica fino a definire veri e propri profili perseguibili in termini di legge, che hanno minato la credibilità dei benefici fiscali maturati, e verosimilmente ispirato il blocco degli acquisti da parte delle banche.
Oggi il Bonus Facciate è sostenuto al 60% ma, dai nostri dati, non rappresenta più uno strumento efficace di rilancio del patrimonio costruito e dell’economia di settore.
L’altro ambito di lavoro è quello legato al Superbonus 110, sia connesso all’efficientamento energetico che al miglioramento della resistenza sismica. Anche questo strumento è in continua evoluzione normativa con una forte incertezza nel valore e nella possibilità di cessione del credito.

Quali altri temi andrebbero sollevati?

Oltre il 40% del patrimonio costruito italiano ha valore storico ed identitario. La nostra associazione rappresenta la filiera specializzata capace di rispondere professionalmente alle esigenze di tutela e riqualificazione di questo immenso valore.
Se da un lato il Bonus Facciate è stato, ed auspichiamo continui ad esserlo anche nel futuro, il protagonista di questo restauro, dall’altro, la riqualificazione energetica, introdotta dal Superbonus è la grande assente nella riqualificazione del patrimonio storico .
La deroga al superamento delle due classi energetiche, da sola non ha nessun impatto se non viene associata alla deroga dei requisiti minimi di miglioramento della resistenza termica dei singoli elementi disperdenti, in quanto siamo in presenza di edifici che in larga parte non possono essere coibentati con un cappotto. È perciò indispensabile che si mettano a punto strumenti capaci di coinvolgere questo immenso patrimonio nei meccanismi di riqualificazione energetica, studiando strumenti ad hoc che permettano negli anni a venire interventi risolutivi.

 Quindi il vostro auspicio è che nasca un’attenzione particolare verso il restauro degli edifici storici?

Sì, il patrimonio storico diffuso italiano, non solo quello vincolato, rappresenta un valore assoluto per il nostro paese anche in termini di attrattiva turistica. Viaggiare in Italia significa non solo avere l’opportunità di visitare le eccellenze della nostra offerta culturale, ma anche di immergersi in un tessuto culturale diffuso che caratterizza il nostro territorio con una variabilità a livello regionale e locale che rappresenta uno dei motori dell’offerta turistica. Restaurare un edificio storico significa comprenderlo attraverso metodologie di anamnesi e analisi, per poi progettarne il restauro delle superfici, il restauro strutturale, il restauro del suo assetto energetico fino alla sua valorizzazione e reinserimento nel tessuto sociale ed economico. In un intervento di restauro è l’edificio a guidare le scelte progettuali che devono essere in grado di adattarsi all’esistente con rispetto degli elementi che lo caratterizzano senza soggezione.


ALLA C.A. DEL MIN. DARIO FRANCESCHINI

Signor Ministro,

sentiamo il dovere di rappresentarLe la situazione di forte disorientamento e sofferenza che il settore dell’edilizia e del restauro vive in questo momento. I nostri associati, come moltissime altre realtà italiane, si occupano di recupero e restaurodel costruito storico. Le difficolta coinvolgono tutte le attività, nessuna esclusa: diagnostica, professionisti, produttori di materiali e tecnologie e imprese esecutrici.

Durante il recentissimo Salone Internazionale de Restauro di Ferrara abbiamo avuto modo di ascoltare e misurare la grave difficoltà degli operatori del settore del restauro che con rispetto e orgoglio concorrono al Made in Italy.

Gli strumenti di rilancio dell’economia adottati dal Governo dopo le difficoltà del periodo pandemico hanno creato molte aspettativee fatto sbilanciare investimenti e intraprendenza caratteristici delle piccole e medie imprese, lasciando intravedere una ripresa e unrilancio del settore. Le successive modifiche e integrazioni hanno inciso e mortificato questo slancio. Il blocco della cessione del credito e i rallentamenti della sua erogazione, creano una gravissima sofferenza di liquidità minacciando la sopravvivenza stessa delle imprese che hanno operato nel rispetto del quadro normativo vigente. La complessità e l’incertezza annichiliscono l’intraprendenza lasciando lo spazio alla inattività di tutto il tessuto imprenditoriale.L’ingente investimento del privato ha visto modificarsi in corso d’opera la normativa iniziale anche per i meccanismi di liquidazione del credito. Gli effetti di tutto questo si riverberano su tutto il comparto, coinvolgendo i fornitori, i professionisti e infine i lavoratori dell’industria produttrice ed esecutrice. Quanto appena espresso, anche se non esaustivamente rappresentato, si colloca all’interno di un quadro internazionale di estremacomplessità politica ed economica che ha come conseguenza l’aumento dei prezzi, la scarsa disponibilità di materiali e delle maestranze.

In questo contesto, convinti che la nostra economia possa ripartire con il grande contributo della riqualificazione del costruitostorico, Le chiediamo di intervenire con azioni efficaci e urgenti semplificando, sbloccando e rimuovendo gli elementi che ostacolano il conseguimento degli obiettivi che il Governo si è dato con l’adozione degli strumenti di rilancio.

Un differente bilanciamento delle percentuali sulla cessione del credito potrebbe essere di interesse e stimolo alla ripresa, scongiurando il fallimento delle imprese e la perdita di posti di lavoro che metterebbe ancora di più in sofferenza le famiglie italiane. Certi di una sua tempestiva e risolutiva azione restiamo a disposizione augurandole un buon lavoro.

Alessandro Bozzetti,
Presidente di Assorestauro

Scarica il PDF: Lettera Aperta Ministro Franceschini – UN ALLARME DAL MONDO DEL RESTAURO

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