La commissione inviti ha sciolto le riserve: sono sette gli artisti protagonisti della XXVIII Biennale del Muro Dipinto di Dozza che si svolgerà da lunedì 13 a domenica 19 settembre e che arricchirà il borgo medievale romagnolo di nuove, importanti opere.
Onorio Bravi, Vittorio D’Augusta, Lorenzo Gresleri, Ana Hillar, Takako Hirai e Fabio Petani daranno vita alle proprie opere sotto gli occhi del pubblico presente nel corso della settimana della Biennale mentre Eron avvierà un’opera di più ampio respiro che si concluderà nelle settimane successive alla manifestazione. Sette artisti, con stili e visioni diverse, provenienti da sentieri individuali molto differenti, percorreranno un tratto di strada insieme: quello che li porterà a creare la propria personale interpretazione del tema dell’edizione 2021, “A’NDA e RIA’NDA”, da un’idea del membro della commissione inviti Giuliano Bettinzolli. La tela, come sempre, sarà quella dei muri di Dozza, sempre più borgo dipinto e museo a cielo aperto dalla storia unica e inconfondibile.
I muri
Sei artisti saranno all’opera sui muri di Dozza: il ravennate Onorio Bravi, pittore, scultore, scenografo, mosaicista e incisore le cui opere sono conservate anche nella Biblioteca Nacional di Madrid, porterà le sue suggestioni mediterranee ed etniche a Dozza in via della Pace. A sua cura sarà anche la piccola installazione mobile che prenderà forma sabato 18 a Castel Guelfo. Il riminese Vittorio D’Augusta, ex direttore dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e attualmente docente presso l’Accademia LABA di Rimini, impreziosirà invece Via de Amicis lungo la quale prenderanno forma anche le creazioni dell’argentina Ana Hillar, specializzata nel lavorare le terre, materiali di ogni luogo, come connessione con la tradizione locale, e della giapponese Takako Hirai, formata all’arte musiva a Ravenna con esposizioni in Italia, Spagna, Israele, Taiwan e Giappone. Grelo (al secolo Lorenzo Gresleri, architetto bolognese con opere presenti in numerosi musei del capoluogo emiliano, al Maschio Angioino di Napoli, a Trento e negli Emirati Arabi) svilupperà la propria creazione negli spazi di via XX settembre a Dozza mentre il riminese Eron, tra i più dotati e virtuosi interpreti dell’arte figurativa e della pittura contemporanea internazionale e uno dei più noti esponenti del graffitismo italiano e della street art a cavallo fra XX e XXI secolo, impreziosirà un’opera civica in fase di sviluppo in Piazza Fontana a Dozza. Il piemontese Fabio Petani, infine, svilupperà la sua inedita armonia di linee e colori a Toscanella di Dozza, con un’opera visibile lungo la via Emilia.
I curricula degli artisti della XXVIII Biennale del Muro Dipinto di Dozza
ONORIO BRAVI
È nato a Portico di Romagna (FC) il 2 luglio del 1955. Attualmente vive ed opera a San Zaccaria (Ra). Si avvicina all’arte nella seconda metà degli anni ’70 e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, in Pittura.
I suoi interessi fin dall’inizio abbracciano numerosi campi: pittura, scultura, scenografia, mosaico ed incisione, quest’ultima praticata con molta assiduità. Sue opere grafiche sono conservate nel Repertorio degli Incisori Italiani del Gabinetto Stampe Antiche e Moderne “Le Cappuccine” di Bagnacavallo (RA) e presso la Biblioteca Nacional di Madrid, Ministero De Educacion Y Cultura, sala Goya.
Particolarmente significativo per la sua formazione è stato il periodo trascorso in Algeria, nella prima metà degli anni Ottanta, per quelle tracce di sapore “etnico” e per le commistioni del bacino del Mediterraneo evidenti nei suoi lavori. Ha esposto, su invito, in numerose rassegne personali e collettive.
VITTORIO D’AUGUSTA
Vittorio D’Augusta è nato a Fiume nel 1937 e risiede a Rimini dal 1948. Esordisce in campo artistico negli anni Sessanta, unendo all’interesse per la pittura l’impegno culturale e politico tipico di quell’epoca. D’Augusta opera installazioni ambientali, esponendo in importanti rassegne tra cui: Le designazioni del senso, presso la Loggetta Lombardesca di Ravenna (1978); Metafisica del quotidiano, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1978); Pittura/Ambiente al Palazzo Reale di Milano (1979); Materiale delle Arti al Castello Sforzesco di Milano; Nuova immagine al Palazzo della Triennale di Milano (1980) a cura di Flavio Caroli.
Con il gruppo dei “Nuovi Nuovi”, teorizzato da Renato Barilli espone in prestigiose sedi, come il Palazzo dell’Esposizioni a Roma, la Palazzina di Parco Massari a Ferrara, la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Torino. Ha allestito personali in numerose città, tra cui: Vienna, Milano, Firenze, Amburgo, Francoforte, Monaco, Costanza, Valencia, Bologna, Alessandria, Rimini. Dal 1979 ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, della quale è stato direttore per dieci anni. Attualmente è docente presso l’Accademia LABA di Rimini.
ERON
Nato a Rimini nel 1973, è un artista italiano considerato tra i più dotati e virtuosi interpreti dell’arte figurativa e della pittura contemporanea internazionale ed è uno dei più noti esponenti del graffitismo italiano e della street art a cavallo fra XX e XXI secolo. Si è formato alla scuola d’Arte di Urbino e ha continuato il suo percorso attraverso l’arte urbana underground
LORENZO GRESLERI (GRELO)
Nato a Bologna nel 1973, diventa critico d’arte nel 1992. Pochi anni dopo consegue una laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Nel corso degli anni diventa Direttore Artistico dell’Associazione culturale èBOtion-Bologna, fino al 2011 e l’anno dopo, diventa Direttore Artistico della Galleria Cavour International Art Center. Dal 2015 ad oggi è saggista presso Cristina Palmieri Arte con la rubrica di arte ed architettura Really G. Show.
Le sue opere sono presenti presso istituti bancari, studi professionali ed collezioni private italiane e straniere. Numerose le esposizioni museali: Sharjia Art Museum (Emirati Arabi), Museo internazionale e Biblioteca della musica (BO), Cà la Ghironda (BO), Museo Gianni Caproni-Aeronautica Scienza e Innovazione (TN), Casa del Console a Calice Ligure (SV), Pan (NA), Maschio Angioino (NA), Castel dell’Ovo (NA) nell’ambito delle manifestazioni culturali legate all’American’sCup, Palazzo Zambeccari (GenusBononiae), Bologna, Galleria D’Arte Moderna Raccolta Lercaro di Bologna, e MEB di Bologna.
ANA HILLAR
Nasce in Argentina nel 1969 e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Santa Fe nel 1997. Nel 2001, in Italia ha frequentato un corso di perfezionamento in Arte del Restauro Ceramico presso l’Istituto d’Arte di Faenza.
Sceglie la “terra come materia per la sua dimensione di semplice intimità”, e afferma che “Lavorare le terre, materiali di ogni luogo, significa stabilire contatti con la tradizione locale ripercorrendo la memoria del luogo attraverso la cultura materiale”. Dal 2013 svolge attività di docenza presso il Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna per il corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali.
TAKAKO HIRAI
Nasce a Kumamoto, in Giappone, nel 1975. Sin da piccola la creatività e la contemplazione fanno parte del suo essere: dialogare sulla natura di essere umano come parte dell’universo è il centro della sua ricerca artistica. Nel 1999 si laurea in pittura alla Facoltà d’Arte della Hiroshima City University e nel 2003 inizia studiare la tecnica musiva a Ravenna dove, vive e lavora stabilmente.
Espone in Italia, Spagna, Israele, Taiwan e Giappone; nel 2013, con l’opera “Vene”, vince Il Premio GAEM – Giovani Artisti E Mosaico, e l’opera entra a far parte della collezione permanente del MAR di Ravenna.
Nel 2017 è la sua prima personale (“Il Senso Segreto della Natura. Takako Hirai”), al MAR e due anni dopo espone la sua installazione Giardino Segreto – site specific, al piano terra della Loggetta del MAR. Dello stesso anno è la prima personale in Giappone, “Hirai Takako – La mia tana”, a Kumamoto.
Nel 2021 è tra gli artisti di “Nature inquiete”, la collettiva tematica (Chiesa di Santa Maria dell’Angelo, Faenza, 2020. Cappella dello Spirito Santo, Camaldoli, 2021). All’interno dello stesso progetto Takako ha creato un’installazione Giardino Segreto – dedicato al Castagno Miraglia (Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Arezzo, fino al 12 settembre 2021).
FABIO PETANI
Fabio Petani nasce nell’estate del 1987 a Pinerolo. Dopo la maturità scientifica si laurea in Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino con una tesi sull’ Arte Urbana e la cultura di strada dalle origini ai giorni nostri. Questa ricerca lo avvicina ancor più strettamente al panorama artistico torinese ed entra a far parte dell’associazione Il Cerchio E Le Gocce (molto attiva nel panorama artistico torinese e non solo sin dal 2001).
Nei suoi lavori è presente una disordinata armonia di linee, forme e volumi che si integrano fra loro con colori tenui e armoniosi miscelati a elementi di rottura. La ricerca analizza l’aspetto chimico e molecolare degli oggetti da cui nasce un lungo lavoro di ricostruzione degli elementi della tavola periodica; una produzione sempre più ricca di particolari per far emerge una complessità organica in continua evoluzione. Ogni elemento chimico, come ogni pianta, ha in qualche modo una connessione con l’ambiente, lo spazio o il contesto dove il murale viene realizzato. L’importanza del legame fra opere e contesto viene ripresa anche nei lavori su legno, carta o altri supporti alternativi.