Ritorna al Museo dell’Opera del Duomo a Firenze la Porta Sud

Finito il restauro, la monumentale Porta Sud del Battistero di Firenze, opera di uno dei maggiori artisti del Trecento, Andrea Pisano, discepolo e collaboratore di Giotto, è arrivata al Museo dell’Opera del Duomo dove sarà collocata in una teca appositamente realizzata per contenerla. L’opera, realizzata tra il 1330 e il 1336, è visibile al pubblico dal 9 dicembre 2019 nella Sala del Paradiso del Museo, accanto alle altre due Porte del Battistero (la celebre Porta del Paradiso e quella Nord) .

L’intervento di restauro è stato possibile grazie all’Opera di Santa Maria del Fiore che ne ha finanziato interamente il restauro, lo smontaggio, il trasporto e la collocazione nel museo. Con la Porta Sud si conclude un epocale ciclo di restauri, diretti ed eseguiti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha riguardato le tre monumentali Porte del Battistero di Firenze.

Ufficio Stampa Opera di Santa Maria del Fiore
Ambra Nepi

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Questo è il comunicato stampa

E’ terminato il restauro della più antica delle tre monumentali Porte in bronzo e oro del Battistero di Firenze, la Porta Sud, realizzata quasi 700 anni fa da Andrea Pisano uno tra i maggiori artisti del Trecento, discepolo e collaboratore di Giotto. Per la prima volta le tre Porte del Battistero, tra cui la celebre Porta del Paradiso, saranno visibili una accanto all’altra nella Sala del Paradiso del Museo dell’Opera del Duomo, a partire dal 9 dicembre. Uno spettacolo unico al mondo.

L’intervento è stato possibile grazie all’Opera di Santa Maria del Fiore, di cui il Museo dell’Opera del Duomo fa parte, che ha finanziato con un milione  e mezzo di euro il restauro, lo smontaggio, il trasporto e la collocazione nel museo. Con la Porta Sud si conclude un ciclo di restauri iniziato nel 1978, diretti ed eseguiti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha riguardato le tre monumentali Porte del Battistero di Firenze a partire dalla Porta del Paradiso (1978 – 2012), la Porta Nord  (2013 – 2015) e la Porta Sud (2016 – 2019).

Il restauro della più antica Porta del Battistero, durato tre anni, ha riportato alla luce la splendida doratura con cui era stata concepita e non più visibile e allo stesso tempo ha recuperato i meravigliosi dettagli delle parti scultoree, realizzati con una cura talmente appassionata da farli sembrare una “preghiera”. Durante l’alluvione del 1966, la Porta fu gravemente danneggiata: l’anta destra quasi spaccata in due da una grave lesione (nel loro testo c’è scritto crepa ma va bene  trasversale, formatasi probabilmente su un difetto di fusione già esistente, alcune formelle caddero per terra e andò perduta una delle 48 teste leonine, trascinata forse via dalla violenta corrente dell’acqua.

La collocazione nel Museo dell’Opera del Duomo delle tre Porte del Battistero dopo il restauro, all’interno di grandi teche, si è resa necessaria per motivi conservativi. Sul Battistero, come in precedenza per le altre Porte, gli originali sono stati sostituiti da una copia realizzate dalla Galleria Frilli di Firenze, finanziate dall’Opera di Santa Maria del Fiore e per la Porta Nord anche con il sostegno della Guild of the Dome Association.

Al celebre scultore del Trecento, Andrea Pisano, si deve la più antica delle tre Porte del Battistero di Firenze, realizzata tra il 1330 e il 1336. Un gigante in bronzo e oro di circa 8 quintali di peso per 4 metri e 94 cm di altezza e 2,95 di larghezza. Il committente, la potente Arte di Calimala ovvero dei mercanti, per la complessa fusione dell’intelaiatura delle due ante dovette, invece, ricorrere a esperti fonditori veneziani quali Leonardo di Avanzo e  collaboratori.  Andrea Pisano, definito “maestro delle porte”, eseguirà le 28 formelle della Porta di cui 20 con episodi della vita di san Giovanni Battista, patrono del Battistero e della città di Firenze, e 8 con figure emblematiche. L’ordine di lettura è dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra. Sull’anta di sinistra sono rappresentanti gli episodi relativi al ruolo di profeta del Battista, mentre a destra quelli del martirio. Le formelle sono intervallate da 74 fregi dorati, ognuno decorato con rosette alternate a diamanti, mentre ai vertici dei quadrilobi, contenenti le scene, si trovano 48 teste di leone. Sulla parte alta della porta è presente la firma dell’artista: “ANDREAS UGOLINI NINI DE PISIS ME FECIT A.D.M.CCC.XXX” (Andrea figlio di Ugolino figlio di Nino di Pisa mi ha fatto nell’anno del Signore 1330).

Riferimenti iconografici fondamentali per quest’opera furono sicuramente il ciclo di mosaici del Battistero con la vita di san Giovanni Battista e gli affreschi di Giotto nella Cappella Peruzzi in Santa Croce a Firenze. Lo stile dell’ultimo Giotto è chiaramente leggibile nelle figure e nelle composizioni di Andrea, e non è da escludere che il grande maestro abbia disegnato qualcuna delle scene o quantomeno offerto spunti per l’organizzazione spaziale e narrativa delle singole formelle e per l’invenzione delle figure che le compongono.

Il restauro odierno della Porta di Andrea Pisano, a cura del Settore Bronzi dell’Opificio delle Pietre Dure, è stato eseguito in base al protocollo applicato alla prima Porta del Ghiberti con varianti rispetto alle diverse situazioni riscontrate. L’intervento – che ha coinvolto un’equipe di 14 restauratori, oltre che esperti scientifici e altre professionalità tecniche – ha portato alla luce ciò che resta della splendida doratura originale sulle parti scultoree delle formelle, dei profili e di molti particolari decorativi, nascosta sotto spessi strati di deposito e alterazioni di color verde della lega metallica. Lo stato di conservazione della doratura è risultato molto differenziato: alcune formelle hanno un deposito di oro consistente altre discontinuo e in alcuni casi molto lacunoso. Nella parte inferiore della Porta, alcuni rilievi sporgenti sono risultati consunti dal contatto con le mani, che li hanno privati della doratura e della patina di ossidazione del bronzo. 

Dopo le indagini diagnostiche iniziali, in particolare quelle termografiche che hanno evidenziato varie criticità strutturali, è stato eseguito il lavaggio mediante nebulizzazione e micro vaporizzazione. Le parti dorate ad amalgama di mercurio sono state trattate con ablazione laser. Le zone invece non dorate del fronte, il retro e gli spessori dei battenti sono stati puliti con diverse tipologie di pulitura meccanica. Particolarmente efficace in fase di rifinitura è stato l’uso della crio sabbiatura (pulitura criogenica) che si avvale di ghiaccio secco utilizzato con aria compressa per eliminare, in parti difficilmente accessibili, residui di materiali di deposito e alterazioni.

Le tre Porte del Battistero erano state restaurate prima d’ora due volte: tra il 1946 e il 1948 – al loro rientro a Firenze, dopo essere state smontate e trasportate in un luogo segreto al riparo dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale –  e dopo l’alluvione tra il 1966 e il 1970.

Ad Andrea Pisano saranno affidate le più importanti imprese scultoree fiorentine del secolo. Dopo la morte di Giotto nel 1337, verrà incaricato di portare avanti i lavori del Campanile, iniziato dal celebre pittore, nonché la decorazione scultorea della torre campanaria. Negli anni quaranta del Trecento, con l’aiuto di collaboratori, Andrea realizzerà otto delle grandi statue del Campanile e 48 dei 52 rilievi; nei primi di questi – quelli della facciata occidentale – si è probabilmente servito di disegni lasciati da Giotto. Gli originali sia delle statue che dei rilievi sono esposti al Museo dell’Opera.

Ufficio Stampa Opera di Santa Maria del Fiore

Ambra Nepi
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