Eike Schmidt, direttore degli Uffizi: “I musei statali restituiscano i dipinti alle chiese”

Notizia pubblicata  il 28 maggio sulla Cronaca di Firenze – la Repubblica 

I musei statali devono restituire i quadri alle chiese. “Credo che il momento sia giunto: i musei statali compiano un atto di coraggio e restituiscano dipinti alle chiese per i quali furono originariamente creati“. Lo chiede Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, che aggiunge: “Il caso forse più importante di un capolavoro sottratto al suo contesto originale si trova proprio agli Uffizi: la Pala Rucellai di Duccio di Buoninsegna, che nel 1948 fu portata via dalla basilica di Santa Maria Novella“.

Secondo Schmidt “il modo più concreto per ripristinare il principio del “museo diffuso”, secondo la felice espressione di Antonio Paolucci, è che i musei statali comincino a riportare nei luoghi sacri i dipinti che per essi furono creati“.

Nella loro sede originale ritroverebbero il giusto contesto architettonico-spaziale e il rapporto con le altre opere d’arte, con una valorizzazione virtuosa dal punto di vista storico e artistico.  (…)

Questo l’articolo pubblicato sulla edizione nazionale di la Repubblica da Elisabetta Berti il 29 maggio 2020
FIRENZE — «Restituiamo i dipinti dei musei statali alle chiese per le quali sono stati realizzati».
L’idea viene dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, non nuovo ad iniziative destinate a far discutere.
E suscitare un dibattito è precisamente l’intento del direttore tedesco, che nel 2019 è riuscito, con un’operazione di diplomazia culturale senza precedenti, a riportare a Firenze in tempi record il quadro Vaso di fiori di Jan van Huysum, rubato da un soldato nazista durante la Seconda guerra mondiale.
In questo caso a tornare nella sua “casa”, la chiesa fiorentina di Santa Maria Novella, sarebbe la Madonna Rucellai di Duccio da Buoninsegna, arrivata per la prima volta agli Uffizi nel 1937 in occasione di una mostra giottesca e poi mai più restituita, ed oggi esposta nella celebre sala dei Primitivi insieme alle pale di Giotto e Cimabue.
Si tratta di un caso tra i più importanti «di un capolavoro sottratto al suo contesto originale» spiega Schmidt, che si dichiara disposto a restituirlo a Santa Maria Novella. Il direttore, che è anche presidente del Fondo edifici di culto, l’ente a cui è affidata la tutela di oltre ottocento tra chiese, monasteri ed aree archeologiche in tutta Italia, ricorda che «in tanti musei statali si trovano tavole, tele, pale ed altri dipinti ideati e realizzati per chiese o cappelle.
Il modo più concreto per ripristinare il principio del “museo diffuso” – secondo la felice espressione di Antonio Paolucci – è che i musei statali comincino a riportare nei luoghi sacri i dipinti che per essi furono creati: nella loro sede originale ritroverebbero il giusto contesto architettonico- spaziale». Proprio Antonio Paolucci, già direttore degli Uffizi ed ex ministro dei Beni culturali, è tra i primi a rispondere alla sollecitazione, parlando di proposta condivisibile, ma non senza un bilanciamento tra pro e contro: «Nella sala dei Primitivi agli Uffizi ci sono tre tavole che rappresentano l’inizio della storia dell’arte in Italia. Restituirle significherebbe eliminare un momento didattico di straordinaria importanza».
Entusiasta infine Vittorio Sgarbi, che ha annunciato l’intenzione presentare la proposta al ministro Franceschini: «Schmidt è un grande direttore e ha detto una cosa assolutamente giusta: i musei hanno sequestrato delle opere per ragioni di sicurezza senza averne la proprietà. Farò un’interrogazione parlamentare e tutto quello che serve per dare ragione a Schmidt».

Di Duccio di Buoninsegna - File:Gallerie des Offices Florence (29121060362).jpg, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=63222176

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