Firenze, dopo decenni torna visitabile la Cappella di Palazzo Portinari Salviati

L’articolo pubblicato il 16 settembre 2022 sulla rivista Finestre sull’arte

Torna visibile al pubblico dopo decenni di chiusura un piccolo gioiello di Firenze, la Cappella Salviati di Palazzo Portinari Salviati. Si è concluso in questi giorni il restauro della piccola cappella gentilizia dedicata a santa Maria Maddalena e completamente dipinta da Alessandro Allori e aiuti tra il 1579 e il 1580, consacrata l’anno successivo, nell’agosto del 1581 (su di una parete della cappella Allori peraltro appose la sua firma con la data 1580). Il restauro della Cappella Salviati e delle altre decorazioni di Palazzo Portinari Salviati è stato eseguito dalla restauratrice Anna Medori (Faberestauro) con la collaborazione di Andrea Vigna (Habilis) e la direzione di Adriana Novelli, project manager LDC Group, e del restauratore Guido Botticelli. La cappella e il palazzo (che oggi è sede di una residenza turistica di lusso) saranno visitabili ogni lunedì: il costo delle visite guidate è di 15 euro a persona, 10 per i residenti a Firenze. L’intero ricavato sarà devoluto per finanziare progetti di restauro a Firenze. Per prenotazioni chiamare il numero 055-535353 o scrivere una mail all’indirizzo info@palazzoportinari.com. I gruppi saranno composti da un massimo di 10 visitatori in modo da garantire anche in spazi ristretti condizioni di sicurezza per le decorazioni e le persone.

Durante il restauro è emerso che i dipinti della cappella sono pitture a olio su muro e non affreschi, come ritenuto fino ad oggi: una tecnica rara in ambito fiorentino (un altro celebre esempio a Firenze sono le Carte Geografiche agli Uffizi dipinte da Ludovico Buti, uno degli aiuti di Alessandro Allori).

Il ciclo pittorico che decora la piccola cappella comprende sulla volta Profeti Sibille affiancati da puttini che reggono dei cartigli con passi della Sacre Scritture alternati, agli angoli, dalle are allusive ai quattro sacrifici ricordati nel Vecchio Testamento. Sulle pareti, al di sotto del fregio con un elegante tralcio di vite, appaiono dipinte, come su finti arazzi, tre storie della Maddalena (La Maddalena asciuga i piedi di Gesù durante la cena a casa di SimoneNoli me tangereComunione della Maddalena) che si completano con la tavola dell’altare raffigurante Cristo in casa di Marta e Maria, e una predella, andata perduta, che conteneva la Resurrezione di Lazzaro. Una fitta decorazione, esaltata dall’abbondante stesura dell’oro, copre i restanti spazi del piccolo ambiente includendo, sopra la porta d’ingresso, la raffigurazione del Cristo sorretto da due angeli e sulle pareti vicine i Santi JacopoFrancesco e Lorenzo. Allori ha descritto accuratamente il programma iconografico della cappella nei suoi Ricordi specificando anche che eseguì personalmente, nella base a finto marmo, le teste dei termini e le quattro figurette entro cornici, mentre per il resto fu aiutato da Giovanni Maria Butteri e da Alessandro Pieroni.

Le origini di Palazzo Portinari Salviati risalgono a Folco Portinari, padre di Beatricemusa di Dante Alighieri

L’itinerario di visita potrà comprendere, secondo le disponibilità, la Cappella Salviati, la Corte di Cosimo I, la Corte degli Imperatori e le stanze attigue con i preziosi cicli di affreschi dedicati all’Odissea e alle storie di Ercole, realizzati anch’essi da Alessandro Allori e aiuti tra il 1574 e il 1576. Al piano nobile sarà possibile vedere i soffitti delle suite affrescati nel Settecento da Tommaso Gherardini e aiuti, oltre alla Galleria con la volta affrescata che rappresenta l’Olimpo tra le allegorie del Giorno e della Notte. Nella suite Francesco I de’ Medici i visitatori potranno ammirare i soffitti a cassettoni con gli originali decori quattrocenteschi che rappresentano l’arma Portinari, una porta tra due leoni rampanti.

Con la fine del restauro della Cappella Salviati termina il recupero dei 12 mila metri quadrati d’interni di Palazzo Portinari Salviati, iniziato nel 2019 ad opera della proprietà LDC Group, intervento realizzato sotto la tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato.

(l’articolo originale ha un eccellente repertorio fotografico)

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