MEC Museum, apre a Palermo il museo-ristorante dedicato alla Rivoluzione Informatica

“Meet – Eat – Connect” MEC Museo, ristorante, centro culturale dedicato alla rivoluzione informatica nuovo  spazio appena inaugurato a Palermo frutto della visione e della volontà dell’architetto e imprenditore palermitano Giuseppe Forello che, al piano nobile del cinquecentesco Palazzo Castrone Santa Ninfa, con una vista mozzafiato sulla Cattedrale, ha dato vita a quello che ha egli stesso definito “il sogno di una vita”. Cosa è quindi MEC? “Un museo che si integra con un ristorante, e un ristorante che è anche museo”, 

MEC Museum, Palermo
MEC Museum, Palermo

Fiore all’occhiello del nuovo ristorante-museo è la collezione che è esposta al suo interno: si tratta di alcuni pezzi – l’intera collezione infatti conta ben 4000 pezzi, e nel suo genere è considerata tra le più complete al mondo – di proprietà di Forello, ovvero macchine informatiche della Apple, tra cui i primissimi pezzi mai realizzati dalla celebre azienda fondata nel 1976 a Cupertino da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne.

Tra tutti, spicca quello che Forello definisce il “Santo Graal”, l’Apple 1, primo e storico computer creato dall’azienda statunitense. Il pezzo si trova nella sala del percorso espositivo intitolata Seme e frutto, a cui si aggiungono le aree tematiche Innovazione, Pirati, Apple Store, Prototipi, Pixar, Tempio e Competizione: qui vengono raccontate le storie di altre icone come Lisa, Next Cube e i Macintosh, tutti rigorosamente montati dallo stesso Forello. “Questo progetto nasce da un sogno partito da quando avevi 16 anni”, spiega Giuseppe Forello ad Artribune. “Trascorrevo il mio tempo davanti a un computer o a parlare con altri appassionati come me. Oggi, quegli appassionati, sono collezionisti, e la mia collezione si è musealizzata ed è possibile vederla esposta nella veste del MEC”.

Steve Jobs 1955-2011 – Why Join the Navy If You Can Be a Pirate? è il titolo della mostra in corso al MEC, nata dalla collaborazione tra Forello e Marco Boglione, imprenditore italiano e grande capo della conglomerata torinese dell’abbigliamento BasicNet. L’esposizione che racconta la storia della Apple è curata da Cecilia Botta, storica dell’informatica e curatrice di BasicGallery, archivio storico della BasicNet. La mostra, come ci spiega Forello, resterà fruibile per i prossimi sei mesi, e accompagnerà gli avventori del ristorante che quindi avranno la possibilità di fruire dei pezzi storici della Apple. Il percorso espositivo termina con la sala del Tempio, dedicata all’arte contemporanea: alle pareti è una selezione di fotografie di Jean Pigozzi Diana Walker, oltre all’installazione dell’artista romano con base a Palermo e Firenze Edoardo Dionea Cicconi. Il lavoro, composto da due sculture, è incentrato sul tema dell’illusione e della distorsione ottica – temi ricorrenti nella ricerca di Cicconi -, e trova inoltre ispirazione nel lavoro e nella filosofia di Jobs: le geometrie impresse sulle lastre di vetro del Monolite nero rappresentano schede madri e circuiti delle prime creazioni della Apple.

Tratto (con alcune piccole modifiche, da ArTribune

Menu