Nuovi allestimenti per l’Asian Art Museum di San Francisco

Famoso negli Stati Uniti per essere il secondo museo d’arte e cultura orientale, questa Primavera l’Asian Art Museum si appresta a inaugurare la sua sede rinnovata integralmente.

È una lunga storia quella dell’AAM, un Museo che oggi può vantare una collezione permanente di arte asiatica tra le più vaste al mondo con più di 18.000 opere d’arte, alcune delle quali risalenti a 6.000 anni fa. Fino al 2003, il Museo risiedeva nel Golden Gate Park condividendo uno spazio con il de Young Museum. Poi le esigenze del Museo mutarono e la collezione crebbe, così le strutture del famoso parco cittadino non furono più sufficienti ad ospitare la prestigiosa collezione d’arte asiatica.

Il Museo trovò quindi una nuova location, nel marzo del 2003, all’interno dell’ex-biblioteca di San Francisco, proprio davanti al Civic Center.

La vecchia biblioteca centrale, un edificio in stile Beaux Arts ideato da George Kelham nel 1917, fu quindi ristrutturata appositamente per ospitare l’AAM su progetto di Gae Aulenti. Il nuovo Museo aumentò lo spazio espositivo approssimativamente del 75% rispetto alla sede del Golden Gate Park per un totale di 17.200 mq.

Nel marzo 2016, il Museo annunciò la costruzione di un nuovo padiglione aggiuntivo nel San Francisco Civic Center ad opera dell’architetto americano-thailandese Kulapat Yantrasast, dello studio di architettura wHY.

Prima della grande inaugurazione, che avverrà tra pochi mesi, sono state riaperte al pubblico alcune parti già ristrutturate del Museo, che espongono importanti collezioni situate al secondo e terzo piano dell’edificio e che ospitano 15 maestose opere d’arte. L’obiettivo della ristrutturazione di tali aree è quello di offrire ai visitatori un percorso ancora più interattivo, personalizzato e che funga da spunto per avvicinarsi a conoscere la cultura asiatica in ogni sua peculiarità.

Goppion ha partecipato a questo grande progetto di rinnovamento realizzando installazioni dall’estetica essenziale, in grado di integrare funzionalità e sicurezza allo scopo di proteggere ed esporre nelle migliori condizioni possibili opere antiche di enorme prestigio e valore. L’impresa milanese si è così trovata nuovamente a lavorare al fianco di wHY Architecture dopo aver collaborato con il prestigioso studio americano in due diversi occasioni: per l’Art Institute of Chicago e per gli Harvard Art Museums.

All’azienda italiana è stata affidata l’ingegnerizzazione e la realizzazione di svariate tipologie di vetrine per le diverse opere delle collezioni Japan – Korea esposte al secondo e terzo piano: un altare dedicato al trionfo di Buddha su Mara, vetrine a tavolo che ospitano statue di Shiva, plinti per statue in pietra, un grande platform per il trono dedicato a Burma, vetrine a parete contenenti effigi religiose di Bodhisattva dalle undici braccia, un sistema di sedute imbottite disposte attorno a una vetrina contenente un vaso rituale a forma di rinoceronte, una piccola vetrina pensile per una coppa in giada con iscrizioni calligrafiche, vetrine contenenti dipinti cinesi, una vetrina denominata ‘Moon Jar’ (letteralmente ‘vaso lunare’, ovvero una porcellana bianca coreana tradizionale realizzata durante la dinastia Joseon) e infine una serie di tre vetrine di ampie dimensioni contenenti statue di divinità cinesi e giapponesi, così come vasellami delle diverse dinastie.

Per l’installazione delle vetrine, le sfide affrontate da Goppion hanno riguardato principalmente la logistica e la ricerca di soluzioni antisismiche ad hoc. Per l’installazione in loco dei sistemi espositivi, vetri imponenti (alcuni di dimensioni ragguardevoli di 2.3 x 3.3mt) sono stati trasportati via mare e introdotti all’interno dell’AAM attraverso l’ingresso principale, di notte e per mezzo di attrezzature altamente tecnologiche al fine di garantire l’inclinazione ottimale per il loro trasporto in sicurezza. Goppion si è inoltre adoperata per soddisfare i criteri antisismici della normativa californiana. Il team di ingegneri dedicato al progetto ha saputo garantire sia la stabilità delle strutture, sia la necessaria rigidezza dei ripiani interni alle vetrine per il fissaggio delle opere d’arte.

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