Riaperto dopo il restauro Palazzo Ardinghelli, sarà la sede del MAXXI L’Aquila

Lo splendido Palazzo Ardinghelli, uno degli edifici simbolo del centro storico dell’Aquila, lo scorso fine settimana ha finalmente riaperto le porte al pubblico dopo un importante intervento di ricostruzione e restauro, avviato in seguito al sisma che nel 2009 ha colpito il capoluogo abruzzese e che ha causato al maestoso Palazzo settecentesco, il quale versava già in stato di abbandono, importanti danni strutturali. I lavori di ripristino sono stati finanziati quasi completamente dalla Federazione Russa con una cifra pari a 7,2 milioni di euro; altri contributi sono giunti dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo (300 mila euro) e dall’8 per mille (1,1 milioni di euro). Il Palazzo ospiterà la sede aquilana del MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo), l’inaugurazione ufficiale avverrà il prossimo 30 ottobre alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Sergey Razov, con la partecipazione, inoltre, di Cassa Depositi e Prestiti, che ha supportato la realizzazione degli apparati tecnologici per la nuova funzione museale del Palazzo.

Palazzo Ardinghelli rappresenta la storica dimora dell’omonima famiglia di origine toscana ed è considerato uno dei massimi esempi del barocco aquilano. Situato in pieno centro storico, in piazza Santa Maria Paganica, fu edificato tra il 1732 e il 1743, dopo il grande terremoto che nel 1703 distrusse la città. Progettato dall’architetto romano Francesco Fontana, figlio del più celebre Carlo, è caratterizzato da un cortile porticato da cui parte lo scalone monumentale di derivazione borrominiana sovrastato dai dipinti dell’artista veneto Vincenzo Damini, che rappresentano i Quattro Continenti e l’Aurora, datati 1744. Proprio la corte interna che attraversa l’edificio, collegando piazza Santa Maria Paganica e via Garibaldi, renderà il museo uno spazio urbano pubblico aperto alla città, creando un filo ideale con la piazza del MAXXI a Roma, disegnata da Zaha Hadid, che unisce due aree del quartiere Flaminio. Nelle prime due sale del piano nobile fanno bella mostra due camini monumentali. Dalla parte opposta, invece, dopo il Salone principale, oggi Sala della Voliera, e una sequela di stanze incastonate una dentro l’altra, il cerchio di un ideale percorso si conclude con la cappella di famiglia. Dopo la morte di Filippo Ardinghelli, per il Palazzo sono iniziati secoli di progressivo degrado. Alla fine del secolo scorso, ha ospitato prima gli Uffici della Pretura, poi l’Anagrafe del Comune, sino a essere venduto al Demanio dello Stato e, alla fine del 2008, affidato al Mibact. Dopo pochi mesi, il terremoto dell’aprile 2009 ha danneggiato gravemente la struttura del palazzo, già malmessa a causa dell’incuria.

La forte scossa della notte del 6 aprile aveva causato il ribaltamento delle pareti del cortile, con crollo parziale del porticato, oltre a diversi danni all’apparato dei saloni del piano superiore, dovuti al massiccio crollo in diversi punti della copertura. Grazie al contributo della Federazione Russa, i tecnici del Mibact hanno potuto sottoporre il Palazzo a un sapiente intervento di restauro conservativo, consolidamento, miglioramento sismico e parziale ricostruzione delle parti crollate (come la copertura di uno dei saloni del piano nobile, la Sala della Voliera, dove è stato ricostruito lo scheletro del soffitto a padiglione distrutto dal sisma). Il restauro ha anche restituito le continuità interrotte già prima del terremoto, come la sequenza androne-corte-accesso posteriore, recuperata nelle sue valenze figurative e architettoniche. Non sono mancate inoltre “sorprese”, ovvero ritrovamenti che sottolineano la stratificazione dell’edificio, come le pietre di un antico portale, o un dipinto sul soffitto di una delle stanze, probabilmente una camera da letto, che raffigura due putti, o ancora le decorazioni che si intravedono sulle pareti esterne del cortile. Il Segretariato regionale per l’Abruzzo (stazione appaltante) e la Soprintendenza Unica Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città dell’Aquila e i Comuni del Cratere hanno realizzato l’imponente progetto di restauro; grazie a uno stretto collegamento con la Fondazione MAXXI, attraverso la costituzione di un tavolo tecnico che ha visto cooperare sinergicamente questi enti con costanti sopralluoghi ed incontri, è stato poi reso possibile l’adeguamento degli spazi settecenteschi alla nuova funzione espositiva, dedicata alla contemporaneità.

La nuova vita di Palazzo Ardinghelli è dunque iniziata lo scorso fine settimana con l’evento “Palazzo Ardinghelli rinasce”, durante il quale, sotto la guida degli studenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, è stato possibile visitare per la prima volta, nel rispetto delle norme di sicurezza, il Palazzo completamente rinnovato. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, Anna Laura Orrico, sottosegretario del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo; i consiglieri dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, Alexey Fadeev e Konstantin Belyaev; Marco Marsilio, presidente Regione Abruzzo; Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila e Giovanna Melandri, presidente Fondazione MAXXI. Il prossimo 30 ottobre, invece, verrà inaugurato il progetto “MAXXI L’Aquila”, nato grazie alla collaborazione tra il Mibact e Fondazione MAXXI, di concerto con il Comune dell’Aquila, la Regione Abruzzo e le istituzioni del territorio, tra cui il Gran Sasso Science Institute e l’Accademia di Belle Arti; all’interno del Palazzo sarà allestito un percorso espositivo con le committenze realizzate appositamente da cinque importanti artisti italiani individuati dal Ministero nel 2015: Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio e il maestro Ettore Spalletti, recentemente scomparso. A queste opere si aggiungerà il lavoro di Anastasia Potemkina, giovane artista russa, prodotto in collaborazione con la V-A-C Foundation di Mosca e realizzato con la partecipazione dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, come primo passo per valorizzare il dialogo tra artisti russi e italiani. Un’attenzione particolare sarà poi riservata alla fotografia, con la committenza affidata a Paolo Pellegrin e dedicata alla città dell’Aquila, e quella affidata a Stefano Cerio, dedicata al territorio abruzzese. Questo denso percorso sarà poi integrato e rafforzato da una selezione di opere provenienti dalle collezioni di arte, architettura e fotografia del MAXXI scelte per la loro capacità di riflettere sugli ambiti spaziali ideali e materiali che determinano il luogo o ne sono determinati. Palazzo Ardinghelli sarà pertanto “una risorsa preziosa per il territorio”, come affermato da Giovanna Melandri, che “darà un impulso importante nel processo di rinascita e di rilancio della città dell’Aquila”.

(vedi l’articolo di Federico Maria Santilli  su QA – Turismo Cultura & Arte.  07/09/2020 )

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