“Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise)”, capolavoro della Collezione Peggy Guggenheim in restauro all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze

 

“Tutto quello che ho fatto di importante potrebbe stare in una piccola valigia”, dichiarò Marcel Duchamp. “Scatola in una valigia” (Boîte-en-Valise) è la prima di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio di Louis Vuitton, che raccolgono ciascuna sessantanove riproduzioni e miniaturizzazioni di celebri lavori del poliedrico artista francese.

Nel 2019 si rinnova la collaborazione tra la Collezione Peggy Guggenheim e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze già iniziata nel 2015 con il restauro di Alchimia di Jackson Pollock. Questa volta protagonista è l’opera “Scatola in una valigia” (Boîte-en-Valise) del 1941 il cui restauro è realizzato grazie al sostegno di EFG, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim e che negli anni passati ha già sostenuto i progetti di conservazione delle opere della Collezione, Lo studio di Picasso e La ragazza con il bavero alla marinara di Modigliani.

L’amicizia che legò Duchamp a Peggy Guggenheim durò una vita. I due si conobbero a Parigi, negli anni ’20, quando la collezionista si trovava in Europa insieme al marito, l’artista Laurence Vail, dove si ritrovò a frequentare la scena artistica parigina e il circolo degli espatriati americani. Quando nel 1938 la mecenate aprì la galleria d’arte Guggenheim Jeune a Londra, diede ufficialmente inizio a una carriera che avrebbe influenzato significativamente il corso dell’arte del dopoguerra. Fu Duchamp a presentarle gli artisti e a insegnarle, come lei stessa ebbe a dire nella sua autobiografia Una vita per l’arte (Rizzoli Editori, Milano 1998), “la differenza tra l’arte astratta e surrealista”. In merito all’opera dell’artista francese, sempre nell’autobiografia, Peggy scrive: “Spesso pensavo che sarebbe stato molto divertente andare a trascorrere un fine settimana portandosi dietro quella valigia invece della solita borsa che si riteneva indispensabile”.

Trattandosi della prima Boîte-en-Valise della celebre serie di valigie deluxe, obiettivi dell’intervento di restauro saranno, oltre alla risoluzione delle problematiche inerenti la conservazione e l’esposizione di un oggetto molto delicato quale essa è, conoscere meglio il modo di lavorare di Duchamp e il sistema “quasi industriale” attivato per realizzare le altre serie prodotte. Particolarmente interessante sarà anche studiare la resa tridimensionale e la modellizzazione virtuale dell’oggetto, così da permettere una visione “in differita” dell’opera, da offrire al grande pubblico che altrimenti non potrebbe apprezzarlo nella sua completezza.

Menu