Finalmente la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo è operativa: dopo anni di idee e discussioni, proposte di legge e dibattiti in Commissione Cultura, coronati a dicembre 2019 dalla creazione ufficiale della struttura, all’interno di una più ampia riorganizzazione MiBACT [DPCM 2 dicembre 2019, n. 169 – Regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attivita’ culturali e per il turismo, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance. (20G00006) (GU Serie Generale n.16 del 21-01-2020)], la Soprintendenza, con sede a Taranto, può iniziare ufficialmente a lavorare.
Si è appena concluso, infatti, l’iter per la nomina del primo Soprintendente, individuato dal Ministero nella figura di Barbara Davidde. Direttrice del Nucleo Interventi per l’Archeologia Subacquea dell’Istituto Centrale per il Restauro, Funzionario Archeologo presso l’Istituto Centrale per l’Archeologia e membro dal 2019 dello STAB, il comitato tecnico scientifico dell’UNESCO per la Convenzione del 2001 sulla Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo, docente di Archeologia Subacquea presso l’Università di Roma TRE, Barbara Davidde ha conquistato da anni una posizione di vertice nel panorama dell’archeologia subacquea mediterranea, coordinando progetti di ampio respiro con grandi gruppi di lavoro internazionali, dedicati in particolare alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio sommerso, alla creazione di reti fra parchi marini e alla fruizione dei siti subacquei anche per chi non può immergersi, per mezzo delle nuove tecnologie. La lunga esperienza accumulata sui cantieri subacquei di Baia ed Epidauro, ma anche tra le rovine sommerse della costa libica e i relitti dello Yemen costituirà la base per un lavoro eccitante ed estremamente ricco di sfide.
Sarà un compito tutt’altro che facile, in effetti, vista la necessità di costruire da zero una struttura ministeriale in grado di vigilare su un patrimonio per definizione fragile, semi-invisibile e complesso, disseminato lungo più di 7.000 km di coste; fondamentale, in questo senso, sarà l’istituzione, già prevista, di uffici periferici, per il Tirreno e l’Adriatico, a Napoli e Venezia; resta poi da capire quali dotazioni saranno messe a disposizione della nuova Soprintendenza, considerando le difficoltà anche logistiche di un così vasto territorio da tutelare, promuovere, valorizzare; sicuramente in questo senso fondamentali saranno le capacità, ampiamente dimostrate da Barbara Davidde, di attirare fondi e finanziamenti nazionali e comunitari, e di fare rete con il mondo della ricerca e delle professioni legate al mare, oltre che con la comunità scientifica internazionale.
Articolo pubblicato da Archeologia subacqquea il 19 dicembre 2020. Ora la Soprintendenza ha iniziato a funzionare.!