Che nudo e arte possano stare insieme non c’è nulla di strano. Che il museo degli Uffizi diffidi Pornhub – famoso portale di intrattenimento per adulti, finito però al centro di inchieste dopo numerose denunce per la diffusione di immagini di abusi, di minori e di donne che non avevano dato il loro consenso ai video – può suonare curioso. All’origine dell’ennesimo contenzioso che riguarda il sito porno c’è stavolta una questione legata all’uso, non autorizzato, delle immagini di opere d’arte.

Tutto nasce dall’idea da parte del sito porno di lanciare “Classic nudes”, una audio guida ai capolavori dell’arte erotica presenti in alcuni dei musei più importanti del mondo: dal Louvre e dal D’Orsay di Parigi al Prado di Madrid, dalla National Gallery di Londra al Met di New York. Fino, appunto, agli Uffizi di Firenze.

Come testimonial dello spot che promuove l’iniziativa è stata scelta Ilona Staller, in arte Cicciolina, pornostar italo-ungherese che interpreta la Venere di Botticelli: “Alcuni dei migliori porno di tutti i tempi – recita il video-lancio – non sono su Pornhub, ma si possono trovare solo nei musei“.

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Ed ecco allora che la voce di un’altra attrice hard, Asa Akira, porta alla scoperta delle Bagnanti di Cezanne, della Maya Desnuda di Goya, dell’Origine del mondo di Courbet, delle statue in marmo di Afrodite, della Venere di Urbino o della Nascita di Venere di Botticelli.

L’idea non è stata accolta con favore dalle Gallerie degli Uffizi che stanno preparando la diffida contro Pornhub perché nessuno ha dato l’ok all’operazione. In Italia il codice dei beni culturali spiega che per usare a fini commerciali le immagini di un museo (opere comprese) è necessaria l’autorizzazione del museo stesso, che decide le modalità dell’utilizzo. Il tutto ovviamente solo qualora il museo accordi il permesso. Permesso che, nel caso degli Uffizi, non è stato né richiesto né accordato.

È uno dei tanti casi di utilizzo a scopo commerciale delle nostre immagini senza alcuna autorizzazione. Noi ci muoviamo sempre allo stesso modo. C’è una legge precisa e vogliamo che venga rispettata“, fanno sapere dagli Uffizi. Appena venti giorni fa, ad esempio, la società locale della nettezza urbana, Alia, aveva riprodotto il David di Michelangelo con una pettorina gialla e una scopa rossa in mano. Anche in quel caso il Museo diretto da Eike Schmidt si era infuriato per l’uso non autorizzato.

Ora analoga diffida potrebbe essere promossa da altri musei che a loro insaputa si sono visti inserire nella piattaforma del sito pornografico.