Un cantiere aperto per il restauro delle sculture del Vittoriano.

Pubblicato su Quotidiano dell’arte   | 5 Mar 2024 | Arte e CulturaConservazione e Tutela

E’ ufficialmente iniziato lunedì 4 marzo il restauro delle sculture del Vittoriano come annunciato il 29 febbraio, in conferenza stampa, dalla direttrice del VIVE Edith Gabrielli, che con competenza e passione opera per restituire al monumento simbolo dell’Italia unita dignità e visibilità.
Il cantiere sarà concepito sul modello di quello dell’Altare della Patria come un cantiere aperto in modo che tutti possano seguire dal vivo i lavori, salire sui ponteggi in occasione di visite guidate e verificare come procede l’intervento attraverso un “diario del restauro”, una specie di report video pubblicato ogni settimana sul sito istituzionale del VIVE.
Il monumento è affidato ancora alle sapienti cure di Susanna Sarmati che alla preparazione teorica, alle indagini preliminari, unisce la conoscenza dei materiali e delle tecniche specifiche per ogni intervento.
I lavori si articoleranno in tre fasi, il 25 settembre è prevista la chiusura.
Con una tempistica simile a quanto è avvenuto durante l’ultimo recentissimo restauro del Fregio dell’’Altare della Patria”, realizzato dal giovanissimo scultore lombardo Angelo Zanelli, conclusosi con un’esposizione che ripercorreva per intero una vicenda lunga e complessa incrociando i dati delle ricerche d’archivio, con le novità emerse dal restauro.
Una vicenda che era iniziata col concorso del 1908, proseguita col referendum popolare del 1911 in occasione dell’inaugurazione, quindi a seguire i vari passaggi dell’esecuzione del fregio, l’inserimento della Tomba del Milite Ignoto nel 1921 e la collocazione della statua della Dea Roma infine nel 1926.

Il progetto di restauro delle sculture del Vittoriano che rappresenta un importante esempio di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano, simbolo dell’identità nazionale, nonché notevole opera d’arte e di architettura, si realizzerà grazie al sostegno finanziario totale (240 mila euro) di Bulgari tramite l’Art Bonus.
A dare l’annuncio, nella Sala del Refettorio di Palazzo Venezia la direttrice dell’Istituto Vive Edith Gabrielli alla presenza di Jean – Christophe Babin Amministratore Delegato del Gruppo Bulgari e della restauratrice Susanna Sarmati incaricata dell’operazione. L’ intervento che garantirà la conservazione delle sculture sul prospetto principale del Vittoriano e restituirà la piena leggibilità della finitura dorata degli elementi in bronzo.
Il progetto di restauro delle sculture del Vittoriano costituisce motivo di grande orgoglio per l’Istituto, afferma Edith Gabrielli, ricordando il pregio artistico, storico e simbolico del monumento espressione dei valori fondanti del nostro Risorgimento e della nostra Costituzione. “Preservare e valorizzare” è un nostro imprescindibile dovere in particolare nei confronti delle nuove generazioni, prosegue. Una responsabilità sociale e culturale condivisa da Bulgari che rappresenta un esempio vincente di collaborazione fra pubblico e privato, a beneficio della collettività.
Il legame tra Bulgari e Roma è imprescindibile”, commenta Babin Ceo del Gruppo Bulgari, ricordando che la città eterna non è solo il luogo in cui il brand è nato 140 anni fa, ma anche una inesauribile fonte di ispirazione per le creazioni della casa. Monumenti, palazzi, architetture da preservare in omaggio alla storia di una città meravigliosa. “L’impegno di Bulgari nel Restauro delle opere scultoree del Vittoriano è un onore oltre che un dovere a fa sì che Roma preservi opere così importanti rendendole il più possibile fruibili al pubblico. Siamo orgogliosi di poter contribuire ed essere da esempio a chi, come noi, comprende il valore inesauribile di tanta bellezza ”.

Il progetto di restauro

Il progetto riguarda le sculture in marmo che rappresentano il “Mare Adriatico” di Emilio Quadrelli e il “Mar Tirreno” di Pietro Canonica e le sculture in bronzo dorato raffiguranti “Il Pensiero” di Giulio Monteverde e “L’Azione” di Francesco Jerace. Sono interessati al restauro anche i “Pennoni” di Gaetano Vannicola con le “Vittorie” di Edoardo Rubino e Edoardo De Albertis.
Sono ispirate ai modelli collocati sulla piazza del Campidoglio, ai piedi della scalinata del Palazzo Senatorio, da Michelangelo che riprendeva l’antico, le personificazioni dell’Adriatico e del Tirreno che sovrastano le due fontane ai lati dell’ingresso principale. A oriente la fontana con il “Mare Adriatico” del milanese Emilio Quadrelli, a occidente quella con il “Mar Tirreno” del piemontese Pietro Canonica. Il “Mare Adriatico” è rappresentato disteso con lo sguardo rivolto a oriente, con la destra che si protegge dal sole e la sinistra appoggiata alla testa del leone simbolo di Venezia. Il “Mar Tirreno” è sdraiato con il volto rivolto verso oriente, una mano poggia sulla testa della Lupa capitolino, fra i simboli più importanti di Roma, l’altra su un bassorilievo con la figura di Partenope che allude a Napoli. Nella mitologia greca la sirena Partenope col suo canto ammaliava i naviganti che perdevano il controllo e finivano sugli scogli. Ma quando Ulisse riuscì a passare si uccise e il suo corpo portato dal mare finì sulle rive del golfo di Napoli.
Le due fontane affiancano al valore estetico anche un notevole interesse tecnico. Poiché richiedevano molta acqua, vennero installati due gruppi di motore – pompa che prendevano l’acqua dalla vasca inferiore e la trasferivano alla superiore. Nell’occasione venne anche realizzato un serbatoio di 500 metri cubi per il riempimento rapido di acqua dopo la pulizia. Un bell’esempio d’ingegneria idraulica.
I due artisti, Emilio Quadrelli e Pietro Canonica, vennero incaricati dell’opera nel 1908 e riuscirono a completarla in tempo per l’inaugurazione ufficiale del monumento, il 4 giugno 1911 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Entrambe le opere si ispirano alle statue di fiumi presenti nelle Terme di Costantino, nel Rinascimento riprese da Michelangelo.
Il Restauro interesserà anche altre parti del monumento come i due gruppi in bronzo dorato alti dieci metri che svettano ai lati della cancellata. A oriente “Il Pensiero” dello scultore piemontese Giulio Monteverde che lo immagina ad ali spiegate, a occidente ”L’Azione” di Francesco Jerace, l’azione in guerra immaginata come una donna con gli attributi dell’esercito piemontese.
Una monumentale scalinata a due rampe collega l’ingresso del Vittoriano al primo terrazzamento sul quale si trova l’Altare della Patria. Alla fine del parapetto si alzano due Vittorie alate in bronzo eseguite fra il 1908 e il 1911 da due scultori: di Edoardo Rubino sulla destra, di Edoardo De Albertis sulla sinistra. In entrambe una giovane donna ripresa dall’iconografia classica sulla prua di una nave che regge in una mano la palma, nell’altra la corona dall’alloro. Alle spalle di ciascuna Vittoria, eseguito da Gaetano Vannicola, svetta un pinnacolo in bronzo che culmina con un’aquila.

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